by Nino
"Tua moglie è veremante una troia!" disse Tania. Avevamo cessato di scopare per fissare affascinati ciò che stava accadendo nella stanza dirimpetto. Volutamente avevamo lasciato le porte aperte per poterci reciprocamente guardare. Fino a poco prima, nel buio del portico inondati dal profumo di un eucalipto fiorito, avevamo giocato a stuzzicarci fino all'arrapamento completo. Quella sera del nostro terzo giorno a Pantelleria, avevamo cenato in un ristorantino scoperto per caso nel pomeriggio. Era un locale minuscolo gestito da due ragazze orientali molto belle e intriganti. "Sarebbe stupendo cenare qui!" aveva detto Paola, mia moglie. Pippo, scrutando le due ragazze, aveva acconsentito subito. "Prenotiamo?" aveva proposto. Paola mi aveva guardato con gli occhi che brillavano. "Non puoi dir di no. Non ti viene già duro pensando che a servirci saranno quelle due fantastiche fighe?" Per la verità, Paola, era sovreccitata fin dalla mattina. Durante il giro dell'isola non aveva fatto mistero delle proprie intenzioni. Aveva più volte sostenuto che la bellezza di quel mare le metteva voglia di scopare; si era strusciata più volte a me e a Pippo con sfacciataggine, finché, mentre completamente nuda prendeva il sole accanto a Tania sul materassino della barca, d'un tratto, s'era tirata su. Fissando l'amica come se fosse preda d'una irresistibile libidine, l'aveva languidamente accarezzata sui seni e sull'inguine; quindi le aveva annunciato: "Stanotte, io dormo con Pippo e tu con mio marito." Per me, nessuna meraviglia. Erano mesi che mia moglie desiderava scopare con Pippo; me lo ripeteva più volte al giorno e con esasperata insistenza mentre facevamo l'amore. Il pensiero di vederla scopare con lui mi eccitava da morire. Desideravo la trasgressione, desideravo vederla scopare con un altro e Pippo era proprio il tipo d'uomo che giudicavo adatto: l'uomo giusto per il tanto desiderato scambio di coppia. L'ostacolo, semmai, era Tania, sua moglie. Tania era una gran figa che, però, stava sempre sulle sue. Non era sguaiata come la maggior parte di noi. Se nel gruppo degli amici il discorso cadeva sul sesso, lei immediatamente si adombrava. Una sera, avevo proposto la visione di un DVD porno. Tutti daccordo meno Tania che s'era perfino arrabbiata. Accantonando la proposta m'ero fatto convinto che Tania fosse una donna frigida o comunque sessualmente molto riservata. Paola ed io, invece, sguazzavamo nella trasgressione. Con questo convincimento in testa, quando Paola aveva cominciato a brigare perché fossero Tania e Pippo i nostri compagni degli annuali quindici giorni di luglio a Pantelleria, ero rimasto quasi contrariato. Forse lei con Pippo avrebbe sicuramente scopato, ma io? Con quella mummia di Tania che potevo fare? Splendida donna, si, ma così fredda!... Avevo sperato che fosse proprio Tania a mandare a monte il progetto; invece s'era dimostrata entusiasta. Valle a capire, le donne!.... Fin dal primo giorno a Pantelleria Tania s'era dimostrata tutt'altro tipodi. Lei per prima aveva dato aria ai propri splendidi seni, e durante la prima gita in barca in una baia veramente di paradiso s'era tuffata nuda nell'azzurro del mare. Pippo, intanto, fraternizzava con mia moglie. Quando sarebbe scattato l'attimo? Me lo chiedevo e lo aspettavo con ansia. Scattò il terzo giorno nel buio del portico. Fra uno scherzo e l'altro, ad un certo punto, Paola cercò Pippo che era seduto sopra una panca. Gli si pose in grembo a cosce spalancate e cominciò senz'altro a baciarlo e a limonare con lui. "Stanotte sei mio!..." mugolava. Tania, che sedeva sopra una sdraio vicino a me, cercò la mia mano, l'afferrò e la strinse senza parlare. A me era venuto duro. Presi la mano di Tania e la condussi sul cazzo duro. Lei s'intrufolò nel mio inguine, strinse forte la verga e disse: "A questo punto è tempo per noi di andare a letto; ho voglia di te. Subito." Volle che accendessi la luce e lasciassi la porta aperta. "Dobbiamo vedere tutto ciò che succede, e anche loro debbono vedere!" disse. Mi accolse con incredibile frenesia. Era bagnatissima e perchè la prendessi meglio incrociò le propire gambe sulla mia vita. Ansimava e m'implorava di sfondarla. "Abbiamo perso due giorni!..." si lamentava. "Che bello fare cornuto mio marito!" Poco dopo, Pippo e mia moglie entrarono nella camera dirimpetto. Con la coda dell'occhio vidi Paola nuda, allacciata a Pippo come una sanguisuga. Appena furono sul letto intesi che glielo stava succhiando. Poi intesi altri giochi fino al suo andare fuori di testa. Cominciò a gridare, a incitare, a supplicare d'essere sfondata. Urlava forte. Io, che conoscevo perfettamente il suo modo di fare (qualche volta urlava talmente forte che dovevo chiuderle la bocca o con un bacio o serrandola con la mano) sentendola godere così tanto, stavo quasi per sborrare. Mi fermai e mi volsi a guardare estasiato. Paola si stava impalando con furia inopinata e con le mani strizzava i capezzoli di Pippo. Per fortuna il dammuso era molto isolato, altrimenti qualcuno avrebbe chiamato i carabinieri. Paola s'impalava e sudava; gocce del suo sudore stillavano sul petto di Pippo che gemeva probabilmente anche perché Paola gli faceva male. Io ne sapevo qualche cosa. La scopata sarebbe durata molto. Se Pippo rimaneva duro, Paola avrebbe continuato a impalarsi per chissà quanto tempo. Ci dava dentro con furia finché raggiungeva l'orgasmo. Allora si fermava per dieci o per venti secondi. Fremeva tutta col respiro sospeso. Qundi nitriva come una cavalla e ricominciava. "Vorrei essere troia come lei!" disse Tania. "Lasciati andare!" le consigliai. "Basta volerlo. Grida anche tu, grida tutto ciò che ti passa per la testa." Tania mi guardò; anche lei pareva infoiata. "Sì, voglio urlare come tua moglie, voglio godere come lei; ma tu devi darmelo da dietro e mettendoci di traverso. Non voglio perdermi nulla. Proprio nulla."