by Alessandro
Quest'anno, mia moglie Roberta ed io, siamo diventati scambisti per colpa di Montalbano. Già, perché tutto è accaduto nei pressi di Marina di Ragusa. Erano due o tre anni che desideravamo trascorrere le nostre ferie in quel mare tanto celebrato, ma per un motivo o per l'altro, fin'ora non era stato possibile. Quest'anno, finalmente, la testardaggine e l'insistenza di Roberta sono state premiate. E' riuscita a scovare un appartamentino, assai caro, per la verità, in contrada Casuzze, sul limitare dell'abitato ma col faro di Punta Secca bene in vista sia dal mare che dal balconcino di casa. Coincidenze intriganti, poi, i vicini di casa. Giovani e belli e con piacevolissima cadenza francese. Lei, Silvy, affascinante e con le tette sempre al vento; lui, Maxy, un bel giovane dagli occhi azzurri. Facciamo facilmente amicizia ed anche Roberta scopre le proprie tette. A letto, fin dalla prima notte a Casuzze, lei ed io, abbiamo cominciato a volare alti con la nostra fantasia. - Maxy è veramente un bel fico. E Silvy no? Lui è più bello ed ha un attrezzo fantastico, forse più grosso del tuo. Come fai a saperlo? Che domanda cretina! Basta guardare il costume! Lo riempie, straborda. Ah, gli hai già preso le misure e magari te lo faresti, vero puttanella? Si, amore mio, me lo farei senza pensarci su! Così come tu stai vagheggiando su Silvy. Credi non mi sia accorta che la scopi con gli occhi? - Con tali considerazioni ci davamo dentro di brutto. Roberta non si tirava certo indietro, era fantastica, il cazzo non le bastava mai. La circostanza scatenante, il giro di boa, per citare Montalbano, capitò il terzo giorno. Era prima mattina. Maxy, Silvy e Roberta stavano già sul gommone. Un improvviso casino in ditta; un incidente. Non avevo scampo: dovevo precipitarmi a Bologna. Panico, confusione, cercare un volo. Una mattinata di merda. Trovato il volo, ho dovuto fiondarmi a Catania. - Per quanto mancherai? - Non lo so. Due o tre giorni, spero. -
E' andata più o meno così. Ho rivisto Casuzze dopo tre giorni; sonono arrivato verso sera. Ero stanco e affamato ma come prima cosa avevo voluto concedermi una lunga nuotata liberatoria. Ero andato presto a letto anche sollecitato dagli amici francesi. Roberta, stranamente, mi aveva raggiunto dopo pochi minuti. Lei, però, non intendeva farmi riposare. Aveva, invece, una voglia matta di cazzo. Mi aveva letteralmente assalito: era come invasata. Quando le avevo sussurrato che si vedeva quanto le fossi mancato mi aveva gelato rivelandomi: "Amor, non mi sei affatto mancato. Ieri notte, qui con me, c'era Maxy." Sarà stato per via della stanchezza ma mi sono sentito morire. Roberta, mia moglie, aveva approfittato del casino in ditta per farmi le corna. Che razza di troia avevo sposato? La prima reazione fu quella di buttarla fuori di casa. Letterealmente fuori di casa. Lei, però, aveva cominciato a raccontarmi per filo e per segno com'era andata, e man mano che parlava e inseriva tutti i particolari, tutti i gesti, tutte le emozioni, coi sussulti e gli spasimi della storia, dell'avventura, dell'essersi lasciata andare, dentro di me avveniva qualcosa di molto strano: d'impensabile. L'ira si andava via via stemperando e una perversa eccitazione cominciava ad assalirmi. In pochi minuti mi ero ritrovato col cazzo duro, e ciò proprio mentre Roberta esaltava la dolcezza del membro di Maxy che assaporava con le proprie labbra. Da quel momento in avanti, per me era stato come assistere ad un filmino porno nel quale, mia moglie Roberta, era protagonista. Lei, eccitata come una cagna in calore si prendeva il mio cazzo ritornato duro e potente impalandosi e facendo ballonzolare le tette abbronzate. "Non venire, non venire!..." mi aveva più volte implorato. E avendole chiesto perché, lei, perversa, aveva risposto: "Perché io, adesso, vado da Maxy, e tu, tu devi badare a Silvy. Sarà lei a dormire con te. E' così, amore: siamo diventati scambisti. Cerca, ti prego, di non fare brutta figura con la francesina." Dopo avermi baciato e prima di lasciarmi per correre nuda dal suo amante, Roberta, mi aveva ancora sussurrato: "Comunque, amore mio, c'è una cosa che devi sapere. Maxy, Maxy dagli occhi azzurri, non ce l'ha più grosso del tuo."